(CAVALIERI MARVEL)

 

N° 72

 

 

EVASIONE

 

Di Carlo Monni

 

 

1.

 

 

            Alcuni li prenderebbero per pazzi ma questo non li fermerebbe: grazie a robusti cavi d’acciaio Paladin e Colleen Wing scendono dal piano dell’appartamento che lo stesso Paladin possiede al Plaza Hotel sotto il nome di Philip Dennis sino al piano interamente affittato dai dirigenti dell’ambigua multinazionale cinese nota come Wai-Go Investment Group.

            Il visore ad infrarossi dell’elmetto di Paladin lo informa che la maggior parte degli ospiti è nel salone oltre l’ampia vetrata coperta da tende davanti a loro.

-Pronta?- chiede.

Colleen, che tiene tra i denti la katana ricevuta in dono dal suo nonno giapponese, fa un cenno d’assenso e Paladin replica:

-Bene… allora andiamo.-

            I due oscillano prendendo lo slancio e sfondano la vetrata piombando nell’ampio salone.

-Salve Xao.- dice Paladin -Ho pensato che era inutile aspettare ventiquattr’ore per farti visita.-

-Tu!- esclama Xao Shedong riconoscendo la voce dell’uomo che poche ore prima aveva incontrato nella sede della Rand-Meachum Inc. -Sei stato pazzo a venire qui. Tu e la tua amica non ne uscirete vivi.-

            La stanza si riempie di uomini armati.

-Sono spaventato a morte.- dice Paladin con voce irridente –E tu, Colleen?-

-Letteralmente terrorizzata.- risponde, quieta, la ragazza tenendo saldamente in pugno la sua katana.

            Un attimo dopo nella sala si scatena un piccolo inferno.

 

            Due donne, entrambe vestite di nero, una dai capelli rossi ed una bionda, una più matura ed esperta, una più giovane ed impulsiva, combattono fra di loro senza che al momento l’una sembri prevalere sull’altra.

            Natalia Alianovna Romanova, o Natasha Romanoff se preferite, la Vedova Nera, migliore allieva dl progetto sovietico e poi russo per produrre superspie noto come Stanza Rossa, ha promesso al suo attuale compagno Devil che avrebbe fermato l’assassina che ha eliminato tre dei testimoni del processo a Elektra Natchios ed è determinata a mantenere quella promessa a qualsiasi costo.

            Nina McCabe, o Belinda Swann se preferite il nuovo nome che usa adesso, alias Cigno Nero, addestrata nelle arti ninja da Elektra in persona, è decisa a far uscire di prigione la sua mentore, non importa quante persone dovrà uccidere per farlo… compresa la Vedova Nera se necessario.

            Il che spiega perché si trovino entrambe in questa casa di arenaria di Manhattan intente a combattersi senza quartiere.

            Dopo essersi scambiate una serie di colpi senza esito le due donne si separano riprendendo fiato.

-Non siamo costrette a combattere ragazza.- dice Natasha -Puoi ancora arrenderti.-

-Mai!- ribatte Nina con decisione.

            La Vedova sospira.

-Me lo aspettavo.- afferma -Mi ricordi com’ero alla tua età: arrogante ed impulsiva, ma ho dovuto imparare presto a moderarmi e lo farai anche tu…-

            Improvvisamente le sferra un calcio che prende la ragazza allo sterno, poi la colpisce nuovamente.

-… sempre che sopravvivi abbastanza a lungo, s’intende.-

 

            Nella sezione femminile del Centro Metropolitano Federale di Detenzione di Manhattan ci sono celle preparate per ospitare detenute con superpoteri o comunque pericolose, categoria quest’ultima in cui rientra indubbiamente anche Elektra Natchios.

            Quando la porta della sua cella si apre non è sorpresa: ha già capito da un po’ che nell’edificio sta succedendo qualcosa e che qualunque cosa sia ha a che fare con lei.

            Non mostra sorpresa nemmeno quando sulla soglia appare un uomo dai lunghi capelli neri, baffi spioventi e la faccia che sembra bruciata dal sole, un nativo americano forse. Indossa una tuta argentea che gli lascia scoperta la spalla ed il braccio sinistri e che è quasi interamente coperta da quelli che sembrano componenti elettronici.

-Mi spiace, baby...- dice quest’ultimo -… non è nulla di personale, solo lavoro. Sono certo che capisci.-

            Elektra si alza in piedi e lo fronteggia orgogliosa.

-Non cercare scuse John Greycrow.- replica con voce calma -Sei un professionista come me, fa ciò che devi e fallo alla svelta.-

-Se la metti così…-

            L’uomo chiamato Scalphunter stacca dalla tuta un paio degli aggeggi di metallo e questi mutano rapidamente in una sorta di pistola.

            Il calcio di Elektra arriva assolutamente inaspettato e gli strappa di mano l’arma. Un secondo colpo lo sbatte a terra, con le gambe dentro la cella ed il resto del corpo fuori.

-Non ho detto che sarei rimasta ferma a farmi uccidere.- commenta la donna, poi raccoglie la pistola di Scalphunter da terra -Preferisco le armi bianche, ma anche questa può farmi comodo.- commenta.

            Scavalca il corpo di Scalphunter e fa per avviarsi per il corridoio ma il suo avversario non è svenuto e la afferra ad una caviglia.

-Non avere fretta, bella.- le dice.

            Elektra cade a terra e prima che possa fare qualcosa due mani si posano sulle sue spalle e la voce di un uomo giovane dice:

-Sorpresa, sorpresa.-

            Elektra sente tutto il suo sistema nervoso bruciare i muscoli cessano di rispondere agli ordini e lei urla… o almeno crede di farlo.

 

 

2.

 

 

            La San Fernando Valley è una delle più famose vallate della California Meridionale. Si trova nella Contea di Los Angeles e due terzi della sua area sono parte integrante dell’omonima città mentre il resto ospita le città di San Fernando Calabasas e Glendale nonché parti di Hidden Hills e di Burbank, famosa per essere la sede dei Walt Disney Studios e di vari altri set cinematografici in passato.

            Oggi nella San Fernando Valley la maggiore industria resta quella del porno anche se l’avvento di internet ne ha severamente danneggiato il fatturato. Si stima che circa il 90% dei video pornografici distribuito negli Stati Uniti sia prodotto qui.

            La cosa interessa poco alla ragazza che entra in un locale del luogo semplicemente perché vuole qualcosa da bere. Certo, si potrebbe sostenere che ci sono cose del Mondo che non conosce ma come si fa ad essene sicuri? Di lei non si sa praticamente niente dopotutto: non il suo vero nome e nemmeno la sua provenienza. Di certo è che il suo look non passa inosservato: la pelle è color del latte, i capelli neri sono pettinati in due crocchie laterali, indossa: un corsetto con una profonda scollatura che le lascia scoperto l’ombelico e tutta la schiena, dove spicca un tatuaggio a forma di ragno, una gonna lunga con spacchi laterali sino alle cosce, un collarino chiodato al collo e lunghi guanti, il tutto rigorosamente nero.

            Mentre si avvicina al bancone del bar sente senza volerlo dei frammenti di conversazione tra un uomo robusto e una ragazza bionda molto giovane:

-Tu dammi retta e farò di te la nuova Karen Page.-

-Che era drogata marcia, ha finito col prostituirsi e poi è stata uccisa da uno psicopatico.[1] Non molto incoraggiante.-

-Dettagli. Basterà che tu ti tenga alla larga da certe sostanze e…-

            Si interrompe vedendo la nuova arrivata passare accanto a lui e la segue con lo sguardo mentre raggiunge il bancone e ordina parlando Inglese con un accento esotico.

            Un gruppetto di uomini le si avvicina.

-Ehi bella, sei nuova?- chiede uno.

-Sono appena arrivata sì.- risponde lei.

-Non sei affatto male. Sei qui per un lavoro? Potrei trovarti qualcosa da fare.-

-Spiacente, non sono interessata.-

-E che ci faresti qui vestita a quel modo allora? La modella Dark? Dai… una con un corpo come il tuo potrebbe fare un sacco di soldi, credimi.-

-Sono qui solo per curiosare e per una bibita.- ribadisce lei.

-Dammi retta io posso…-

            Le mette una mano su una spalla e gli occhi di lei da blu diventano improvvisamente neri mentre apre la bocca da cui esce una torma di ragni che assalgono l’uomo davanti a lei facendolo cadere a terra urlando.

-Ti avevo detto di non essere interessata.-

            Così dicendo la donna conosciuta solo come Sposa dei Nove Ragni esce dal locale.

 

            Le parole non sono sufficienti a descrivere quello che accade nella stanza. Avete mai visto “Kill Bill” di Quentin Tarantino o “El Mariachi” di Robert Rodriguez? Se la risposta è sì, allora avrete un’idea abbastanza chiara di quello che Colleen Wing con la sua katana e Paladin con le sue pistole stanno combinando, noi ci limiteremo a dire che quando tutto è finito solo l’uomo chiamato Xao Shedong sembra rimasto vivo anche se si tiene il ventre ferito.

-Voi!- sibila -Voi non sapete che avete fatto: avete stuzzicato un nido di vipere. L’artiglio di Giada ve la farà pagare cara.-

-Vorrà dire che quando ci presenterà il conto, ci prenderemo cura anche di lui come abbiamo fatto con te ed i suoi scagnozzi.- gli dice Paladin tranquillo.

-Voi davvero non capite… lei…- Xao si blocca come se avesse detto troppo.

-Ah… sarebbe una lei.- commenta Paladin -Beh comunque sia, il messaggio non cambia: giù le mani dalla Rand-Meachum. Ora un consiglio da amico Xao: usa il tuo telefono per chiamare aiuto prima di rimanere dissanguato e se sopravvivi, riferisci il mio messaggio all’Artiglio di Giada.-

            Senza perdere altro tempo Paladin e Colleen si gettano dalla finestra e si aggrappano ai cavi ancora penzolanti risalendo rapidamente fino alla loro suite.

-Con un po’ di fortuna nessuno ci ha visto uscire e rientrare.- dice Paladin togliendosi l’elmetto -Abbiamo un bell’alibi: eravamo impegnati nel gioco più antico del Mondo e quando il maggiordomo tornerà dalla sua passeggiata, potrà testimoniare che ci ha trovato insieme. Su, togliti la tuta.-

            Colleen inarca le sopracciglia.

-Non penserai davvero che mi metta davvero sotto le lenzuola con te, vero?-

-Beh… ammetto di averci fatto un pensierino.- replica lui con un sorriso ammiccante -In ogni caso dobbiamo dare l’idea di averci dato dentro, quindi scegli: o ci facciamo trovare a letto o nell’idromassaggio.-

-Meglio l’idromassaggio.- conclude Colleen.

-Ottimo. Con la sudata che abbiamo fatto, è proprio quel che ci vuole.-

-Sai… mi stavo chiedendo come se la sono cavata Luke e Misty.-

-Alla grande, ci scommetto.-

 

            Cigno Nero annaspa in cerca di fiato mentre la Vedova Nera la sovrasta.

-Male… detta.- mormora.

-Sei in gamba, lo ammetto…- le dice Natasha -… ma sei ancora una novellina. Tra qualche tempo, forse, riuscirai a battermi, ma non adesso.-

            Nina allunga la mano e le afferra la caviglia sbilanciandola e facendola cadere all’indietro. La Vedova sbatte la testa contro uno stipite e scivola a terra.

            Cigno Nero si rialza in piedi, aspetta qualche secondo per vedere se la sua avversaria si muove, poi, con tono un po’ sprezzante, dice:

-Qualche tempo… bah… diciamo pure: subito.-

 

 

3.

 

 

           

            Non si può dire che Misty Knight odi i ninja, dopotutto la sua migliore amica è praticamente una ninja e lo stesso si può dire del suo uomo, Danny Rand, ma di certo non ama essere minacciata da uno di loro e le è capitato più spesso di quanto le piaccia ricordare.

            Evita a stento il fendente che un robusto cinese la petto nudo e ha vibrato con un grosso spadone e si ritrova con la schiena contro una parete mentre il suo avversario la sta caricando.

            Misty è armata con una Colt Python caricata con proiettili .357 Magnum e non esita a sparare.

-Spiacente, amico.- dice -So che non è leale ma preferisco essere sleale ma viva.-

            Il proiettile si conficca nella fronte dell’uomo la cui testa ricade all’indietro. Per un istante il Cinese rimane fermo in piedi e Misty non può non chiedersi se non abbia di fronte l’ennesimo superumano, poi il suo avversario ricade all’indietro facendo un forte rumore mentre una pozza di sangue si allarga sul pavimento.

            Misty fa un sospiro di sollievo e rientra nel salone principale dove Luke Cage sta sistemando l’ultimo dei suoi avversari in mezzo a mobili distrutti.

-Vedo che te la sei cavata benissimo anche senza di me.- gli dice.

-Oh… è stato solo un po’ di riscaldamento nulla di più.- minimizza Luke stendendo l’ultimo avversario.

-Faremmo meglio a filarcela prima che arrivi la Polizia. Non voglio passare il pomeriggio a spiegare a Rafe Scarfe perché ho ucciso un uomo nel territorio del suo distretto.-

-Ai tuoi ordini. In ogni caso non lo scoprirebbe lo stesso quando gli arriveranno i risultati della Balistica sul proiettile rimasto nel cranio di quel tizio?-

-Ho una confidenza da farti, Luke: questa pistola non è registrata… che è un altro motivo per non volere che la Polizia me la trovi addosso.-

            Cage rimane un attimo perplesso, poi scoppia a ridere.

-Miss Knight, lei è davvero una cattiva ragazza.-

 

            Cigno Nero fa per girarsi verso la finestra quando la Vedova Nera le afferra la caviglia e la fa cadere.

-Il tuo giochetto si può fare in due.- le dice mettendosi in ginocchio.

-Ma che ci vuole per farti stare giù?- esclama Nina McCabe.

-Più di quanto tu abbia, direi.- risponde Natasha Romanoff.

            Un attimo dopo un calcio sferrato dalla sua avversaria la coglie allo sterno lasciandola senza fiato anche se riesce a rimanere in pedi.

-E adesso…-

            Nina non fa in tempo a finire la frase che la porta davanti a lei si apre e un gruppo di agenti bene armati e con giubbotti antiproiettile guidati da una donna dai capelli rossi entra.

-Ferma dove sei!- intima la donna

-Beh… preferivo prendermi cura di lei da sola ma va bene lo stesso.- commenta la Vedova.

            Un paio di agenti si fa sotto per ammanettare Nina che sembra molto remissiva.

-State attenti.- li avverte Natasha -Lei…-

            Cigno Nero si muove rapidissima e stende il primo poliziotto, poi stringe il secondo alla gola con il braccio sinistro e si muove all’indietro.

-Non muovetevi o gli spezzo il collo.- intima.

            Facendosi scudo dell’agente Nina raggiunge uno dei suoi sai che aveva lasciato cadere prima e lo infila in una delle fondina da coscia, poi fa lo stesso col secondo.

-Sono l’Agente Speciale Stephanie Briggs dell’F.B.I.- si presenta la donna dai capelli rossi -Comando quest’unità e se fai del male al mio agente…-

-Non m’interessa.- replica la ragazza arretrando verso una finestra

            Con un gesto rapido getta il suo scudo umano verso i suoi compagni, poi si china ad afferrare la sua katana e con uno scatto si precipita contro la finestra sfondandola.

-Maledizione… prendetela!- urla l’Agente Briggs.

            Se è brava anche solo la metà di Elektra non ci riusciranno, pensa Natasha massaggiandosi la testa.

-Va tutto bene, Vedova Nera?- le chiede Briggs.

-Sì.- risponde lei -Mi dispiace solo di non essere riuscita a prendere Cigno Nero. Ora sarà molto più difficile.-

            Il cellulare di Stephanie Briggs squilla, lei risponde, ascolta e quando lo ripone la sua faccia è molto più cupa.

-Cosa c’è?- le chiede la Vedova.

-Bruttissime notizie.- risponde l’altra –La “casa sicura” in cui avevano portato gli altri testimoni è saltata in aria. Non si sa ancora se ci sono sopravvissuti.-

            Qualcuno è stato più furbo di loro, pensa amaramente Natasha, e per questo degli innocenti hanno pagato il prezzo più alto.

 

            Rintracciare John Garrett non è stato facilissimo ma nemmeno impossibile. Alla fine McKinley Stewart ha saputo che ha lasciato Las Vegas il giorno dell’arresto di Elektra in quella città e dopo qualche telefonata ha scoperto che alloggia all’Hotel Pierre.

            Ottenuto il numero della stanza di Garrett e fattosi annunciare, Mac sale fino al piano in tempo per veder uscire dalla suite tre ragazze, una nera, un’asiatica e una bianca bionda, molto elegantemente ma anche succintamente vestite, uscire dalla suite mentre sulla soglia sta un uomo molto alto e robusto dai capelli scuri e ricci e folti baffi che indossa una vestaglia. Mac si ritrova a pensare che se non fosse per il colore della pelle sembrerebbero quasi fratelli, è inquietante. Passandogli accanto le ragazze gli lanciano un’occhiata e gli sorridono. Mac fa loro un cenno col capo, poi l’uomo gli dice:

-Tu sei Stewart, dunque? Mi ricordo di te: ho seguito la tua carriera nei pesi massimi. Non eri affatto male. Io sono John Garrett.-

            Gli stringe la mano, una stretta forte, troppo forte a dire la verità. Garrett sta facendo apposta, lo si capisce da suo sorriso ma Mac resiste. Alla fine l’uomo allenta la stretta e ride.

-Su, entriamo.- gli dice.

Mentre la porta si chiude alle loro spalle Mac si guarda intorno impressionato dalla suite. O Garrett guadagna un sacco di soldi col suo lavoro o ha un fondo spese illimitato.

-Non mi costa niente, se è a questo che stai pensando.- gli dice Garrett con un sorrisetto -Il tizio che mi paga i conti possiede questa suite e la usa per ospiti o impiegati di alto profilo in trasferta… come me. Ma veniamo agli affari. Tu sei quello con cui Elektra si divertiva ogni tanto, quando aveva bisogno di un uomo per scaldarle il letto, quindi immagino tu sia qui per qualcosa che riguarda lei.-

            Mac è consapevole che Garrett l’ha, neanche troppo velatamente, insultato, ma decide di inghiottire l’orgoglio e procedere con quel che ha da dire:

-Elektra vuole che gli omicidi dei testimoni del suo processo si fermino e mi ha mandato a cercare te perché te ne occupi. Non so perché, ma pare convinta che tu possa farlo.-

            Garrett prorompe in una squillante risata.

-È davvero sveglia la ragazza.- replica –Temo, però, che sia troppo tardi ormai.-

-Che intendi dire?-

-Che il problema è ormai stato risolto… permanentemente.-

 

 

4.

 

 

            Il Marauder chiamato Scrambler sogghigna divertito mentre dice:

-E così questa sarebbe la tanto temuta Elektra? A me non sembra poi questo granché.-

-Abbiamo avuto fortuna.- replica l’entità incorporea nota come Malice che al momento occupa il corpo dell’androide di sesso femminile chiamato Delphine Courtney -Siamo riusciti a prenderla di sorpresa. Hai visto come si è sbarazzata di Scalphunter.-

-Non mi aveva ancora battuto.- precisa John Greycrow mettendosi in ginocchio.

            In quel momento la mano destra di Elektra scatta ad afferrare la caviglia di Scrambler spingendolo contro Malice.

-No!- ha appena il tempo di gridare questa prima che le mani di Scrambler la tocchino mandando in cortocircuito tutti i suoi sistemi lasciandola prigioniera di un corpo impotente.

            Elektra comincia a rialzarsi mentre il Coreano esclama:

-Non è possibile, tu dovevi essere paralizzata.-

            Per un attimo Elektra è tentata di spiegargli che l’addestramento ricevuto dalla Mano comprendeva anche come riprendersi in fretta dall’uso di poteri come il suo, ma opta, invece, per sferrargli un calcio al mento che lo mette K.O.

            Si rimette in piedi e subito una specie di collare comincia a materializzarsi attorno al suo collo.

“Sei mia!”

            Le “grida” telepaticamente Malice cercando di possederla. Elektra stringe le labbra e socchiude gli occhi. Un attimo dopo un urlo sembra echeggiare per tutto il corridoio mentre il collare svanisce dal collo di Elektra per riapparire in quello immobile di Delphine Courtney. Chi fissasse il volto nel tondino nel centro del collare vi vedrebbe un viso stravolto dall’odio.

            Elektra non si accorge che Scalphunter ha mutato uno dei suoi congegni in una pistola e sta per colpirla ma prima che possa farlo una scarica di energia lo colpisce alla schiena.

            A spararla direttamente dalla sua mano è stata una donna dai lunghi capelli biondi vestita con l’uniforme arancione dei carcerati. Con lei altre prigioniere tra cui un’altra bionda che le pone una mano su una spalla e le dice:

-Brava Charlotte.- e poi a Elektra -Ci devi un favore.-

            Elektra le squadra tutte. Sa chi sono, nel suo lavoro è sempre bene essere ben informati su potenziali avverarsi e alleati. Quella che ha sparato la scarica bioelettrica si chiama Charlotte Witter, il Dottor Octopus le aveva fornito poteri ragneschi analoghi a quelli delle eroine che si erano fatte chiamare Donna Ragno ma diversamente da loro, lei era diventata una supercriminale. Si diceva che nel suo curriculum ci fossero atti di cannibalismo e l’omicidio del suo stesso figlio neonato. La bionda al suo fianco si chiama Angela Golden, ma preferisce farsi chiamare Golddigger, non ha superpoteri, che si sappia, ma sa ugualmente essere pericolosa, compagna di Superia nei suoi folli tentativi di creare un’utopia per sole donne, ora sembra essere la leader di questo gruppo di aspiranti evase che comprende anche la massiccia Anita Ehren, meglio nota come Battleaxe e Tanya Seely alias Black Mamba.

-Qualunque cosa abbia disabilitato i sistemi elettrici e aperto le porte delle celle, ha fatto lo stesso anche coi collari inibitori che impedivano alle mia amiche di usare i loro poteri.- dice Angela.

-È stata sicuramente colpa… o merito di Scrambler.- spiega Elektra.

-Come sia accaduto non m’interessa, quel che conta è che è l’occasione giusta per andarcene da qui. Tu che fai?-

            Elektra si guarda intorno. Hanno cercato di ucciderla già due volte e ci riproveranno. Forse il suo avvocato riuscirà a farla uscire di lì legalmente ma lei non è il tipo da aspettare senza far niente.

-Vengo con voi.- dice infine.

 

            Alle otto di sera in punto Paladin, nella sua identità di Philip Dennis, e Colleen Wing, che risulta registrata come Chelsea West, sono seduti al loro tavolo da Todd English, uno dei ristoranti dell’Hotel Plaza. La Polizia se n’è appena andata dopo aver fatto tutti i rilievi del caso su quello che è accaduto nella sute di Xao e, a quanto sembra almeno, senza avere particolari sospetti su Mr. Dennis e la sua compagna di divertimenti.

            Paladin ordina per sé e per Colleen e si godono la cena, finita la quale lui ordina il dessert e del Prosecco Valdobbiadene

-Ottimo spumante italiano.- commenta -Se un giorno verrai con me in Toscana, ti porterò in un vigneto che…-

-Non prendi mai nulla seriamente tu?- replica Colleen -Abbiamo fatto una mezza strage di gangster cinesi e tu progetti le vacanze… e mi fai pure la corte… come se fosse una cosa normale.-

-La vita è troppo bella per sprecarla in preoccupazioni inutili se vuoi il mio parere.-

-Cosa credi che avverrà adesso?-

-Ho la sensazione che la misteriosa Artiglio di Giada si farà vivo personalmente… ed è quel che volevo: uno scontro diretto che risolva la questione una volta per tutte.-

-Una donna… insolito per la malavita cinese che è molto sciovinista.-

-Li confondi con la Yakuza… ci sono donne ai vertici di alcune Tong o Triadi e questa… io ho una sensazione su di lei… ma non pensiamoci adesso, godiamoci la serata. Nel Rose Club si esibisce una favolosa orchestra jazz.-

 

            Si muovono lungo i corridoi decise a fuggire dal carcere a qualunque costo.

-Non hanno i mezzi per fermarci tutte.- dice Angela Golden -Se riusciamo ad uscire di qui prima che arrivino i rinforzi è fatta.-

            Elektra è scettica ma non le resta molta scelta, pensa. Per il momento sembra che le supercriminali stiano riuscendo ad avere la meglio sulle guardie prese di sorpresa dalla situazione.

-Il tetto.- indica Angela.

            Un gruppo di agenti in tenuta anti sommossa arriva improvvisamente bloccando un’uscita. Battleaxe si getta su di loro scompaginandone le fila. Elektra ne abbatte altri. Non hanno avuto neanche il tempo di sparare un colpo. Alcuni sono bloccati preda delle visioni evocate da Black Mamba, altri sono abbattuti dalle scariche bioelettriche di Charlotte Witter.

            Elektra sta per superarli quando sente un rantolo provenire da uno di secondini. Istintivamente si volta a guardarlo: sta avendo un infarto, forse provocato dalla scarica di Charlotte. Non dovebbe importarle: lui e lei stanno da parti opposte della barricata e in uno scontro ci sono sempre danni collaterali. Ha ucciso molta gente, perché dovrebbe importarle se quell’uomo vive o muore? Sospira e si china su di lui.

-Cosa fai?- le chiede Charlotte -Vieni.-

-Voi andate.- replica Elektra –Io vi raggiungerò… se potrò.-

            Angela tira Charlotte per un braccio.

-Andiamo.- le dice -Peggio per lei.-

            Elektra le sente andar via ma non ci bada. Usa sull’uomo tutte le tecniche di rianimazione che conosce e non si ferma finché non lo sente respirare di nuovo… e si ritrova circondata da uomini armati di tutto punto… per tacere della presenza di Devil.

            Accenna ad un sorriso mentre si lascia ammanettare senza opporre resistenza.

-È andata come doveva andare.- è il suo solo commento.

 

 

5.

 

 

            La caccia alle evase dal carcere federale di Manhattan ha un discreto successo: la maggior parte di loro è ripresa entro poche ore e solo un pugno delle supercriminali riesce a restare libera. Tra queste il gruppetto composto da Angela Golden, Charlotte Witter, Tanya Seely e Anita Ehren, che si ritrovano in uno dei rifugi segreti della scomparsa Superia[2] dove Angela le fornisce dei loro tradizionali costumi.

-Ora mi sento decisamente meglio.- commenta Charlotte rimirandosi nello specchio -Sei stata grande Angela. Non mi immaginavo che potessi procurarti un elicottero con così breve preavviso… per tacere dei costumi pronti per tutte noi.-

            Angela… ora nella sua abituale tenuta di Golddigger sorride mentre risponde:

-Deidre… Superia si è sempre tenuta pronta a tutto, compresa la deprecabile eventualità che lei stessa fosse catturata. Come sua seconda in comando ora quelle risorse sono a mia disposizione sino al suo ritorno. Tutto quello di cui avevo bisogno era un modo per comunicare con l’esterno.-

-Sembri convinta che sia ancora viva.- commenta Black Mamba.

-Lo è, Tanya, ci scommetto quel che vuoi.- ribatte Angela -Ma ora non pensiamoci e pensiamo piuttosto a cosa fare adesso che siamo libere.-

 

            Mattino presto. Come ogni giorno Nina McCabe comincia la sua routine di allenamenti intensivi al termine dei quali tocca al jogging per le strade e nel vicino parco. Al ritorno nell’appartamento che occupa col nome di Belinda Swann si fa una prolungata doccia alternando acqua calda e acqua fredda, dopodiché, vestita solo dell’accappatoio, si reca in cucina per una robusta colazione.

            Come sempre accende la TV e la sintonizza sul notiziario del mattino.

<<… clamorosa svolta nel processo a Elektra Natchios…>>

            Nina si concede un sorriso soddisfatto.

 

            Elektra esce dal Palazzo di Giustizia come una donna libera. Tutte le accuse nei suoi confronti sono cadute. La Pubblica Accusa, rappresentata per l’occasione dal suo primo amore Matt Murdock alias Devil, ha preferito rinunciare al processo dopo che i principali testimoni sono stati uccisi e molta documentazione è misteriosamente scomparsa. [3]

Elektra non può non chiedersi chi abbia organizzato tutto e perché. Ha delle idee al riguardo e prima o poi le approfondirà.

            Come c’era da immaginarsi, i giornalisti le si affollano intorno riempiendola di domande alle quali lei non sa o non vuole rispondere. Improvvisamente un uomo irrompe tra di loro allontanandoli e poi accompagnando Elektra mentre scende la scalinata: è McKinley Stewart.

-Tutto bene baby?- le chiede.

            Lei getta un breve sguardo al punto dove Matt Murdock sta tenendo un’improvvisata conferenza stampa, poi si volge verso Stewart e gli dice:

-Portami a casa, Mac… portami a casa.-

 

 

FINE?

 

 

NOTE DELL’AUTORE

 

 

            Innanzitutto un sentito ringraziamento a Fabrizio “Mr. T” Tabiani per avermi suggerito l’escamotage che ha permesso ad Elektra di uscire libera dal processo a suo carico. Cosa accadrà alla nostra ninja greca adesso? Solo il tempo… e naturalmente i prossimi episodi potranno dirlo.

            Nel frattempo qualche chiarimento su alcuni personaggi di questa storia:

1)     Angela Golden altri non è che Golddigger, criminale in costume apparentemente senza superpoteri ma con una più che discreta abilità atletica. Creata da Mark Gruenwald & Rik Levins su Captain America Vol. 1° #389, nella continuity MIT è la seconda in comando, nonché amante, di Superia, è stata arrestata alla fine di Capitan America MIT #53. Una curiosità: il suo nome in codice nello slang anglosassone è usato per indicare una donna giovane che cerca un marito ricco.

2)     Charlotte Witter, la quarta Donna Ragno, nonché nipote di Madame Web, è stata creata da Howard Mackie & John Byrne su Amazing Spider Man Vol. 2° °# 5. Accusata di un bel po’ di crimini era stata catturata da Aracne su Vendicatori Costa Ovest MIT #24.

3)     Anita Ehren, alias Battleaxe, è stata creata da Michael Carlin & Ron Wilson su The Thing Vol. 1° #33. Anche lei è stata arrestata alla fine di Capitan America MIT #53.

4)     Tanya Seely, alias Black Mamba, è una creazione di Mark Gruenwald & Ralph Macchio & George Perez apparsa per la prima volta su Marvel Two in One #64. Era in carcere in attesa di processo dopo essere stata catturata su Vendicatori Segreti MIT #23.

5)     I Marauders sono un gruppo di mercenari mutanti creati da Chris Claremont & John Romita Jr. su Uncanny X-Men Vol. 1° #210 nell’ormai lontano 1986. La versione da me usata, però, è quella introdotta da Valerio Pastore nella serie MIT loro dedicata. Quelli che non appaiono in questa storia stanno combattendo Devil su Devil MIT #70.

6)     Malice, è un’entità incorporea che è in grado di occupare e controllare i corpi altrui. Nella sere MIT Marauders le è stato fornito il corpo dell’androide femminile Delphine Courtney, creato da John Byrne su Alpha Flight Vol. 1° #7.

E questo è tutto. Nell prossimo episodio: il Gatto e l’Agente, il misterioso Artiglio di Giada, Paladin, Le Figlie del Drago e molto altro. A presto.

 

 

Carlo

Carlo



[1] Un resoconto non proprio inesatto ma sicuramente fuorviante.

[2]  Apparentemente morta nell’esplosione del suo aereo su Capitan America MIT #53.

[3]  Vedi Devil #70.